Mensaje del Casante por Navidad 2011

“Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù, il quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò l'essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma spogliò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini.” (Filippesi 2,5-7)
Carissimi Fratelli e Sorelle della Famiglia Calabriana,
la pace, l’amore e la gioia del Signore Gesù rimangano sempre nei nostri cuori.
Siamo vicini al Santo Natale, tempo speciale nel quale celebriamo il grande mistero di un Dio che si fa uomo per la nostra salvezza, spogliato di se stesso per portarci e renderci partecipi della gloria del Padre in Lui da sempre.
Prendo spunto da questo brano della lettera ai Filippesi per condividere con voi una semplice riflessione e il mio saluto per il Natale di quest’anno. Vorrei evidenziare questo grande mistero dell’incarnazione e della nascita di Gesù in stretta sintonia con la nostra vita e tutto il mistero pasquale, centro della nostra fede e della nostra vita cristiana. Avere gli stessi sentimenti di Cristo Gesù è vivere questo percorso di spogliamento necessario per la vita nello spirito e per un cammino di santità e comunione con Dio. Lo spogliamento di Gesù che troviamo nell’incarnazione e nella nascita è l’anticipo dello spogliamento totale che avverrà nel mistero della croce. Gesù si fa simile agli uomini in tutto fuorché nel peccato. Lui ha abbracciato in tutto l’umanità fino alle ultime conseguenze per portare l’uomo alla gloria del Padre.
Viviamo momenti di grandi difficoltà nel mondo, dove possiamo toccare con mano la sofferenza di tante persone per diversi motivi. In questi giorni sono rimasto molto provato dalle notizie arrivate dalle Filippine e mi chiedo quale sia il messaggio che Gesù vuole portarci con la sua nascita. La parola di speranza è che Gesù “spogliò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini”! Nel presepio possiamo contemplare la sua massima povertà, come dice Sant’Innocenzo “l’eterno nato nel tempo, nelle angustie d’un presepio; l’Onnipotente stretto in povere fasce, il Re dei Re, il Signore del Creato, senza tutto, senza ricchezze; il Dio della felicità che sparge lacrime, che emette vagiti”. Il grande invito è a ravvivare la nostra fede per cercare l’essenziale nella nostra vita lasciando in disparte tante cose esteriori che il mondo di oggi ci presenta come fondamentali ed importanti. Avvicinandoci al presepio possiamo contemplare la semplicità del nostro Dio che ci rivela tutto il suo amore. Fratelli e Sorelle, dobbiamo pensare a tutto questo e vivere nell’essenzialità, nella povertà amando uno stile di vita sobrio per aprire sempre più i nostri cuori alla vita interiore e all’ascolto della Parola in profondità. Quanto attaccamento alle cose, ai nostri progetti, ai nostri capricci! Basta poco, molto poco perché tutto questo svanisca, tutto è come un soffio... Ciò che rimane e che fa crescere il nostro spirito: il nostro amore e la nostra carità verso il prossimo.
Ricordiamo le parole di don Calabria a questo proposito: “… Ricordiamoci, o fratelli, che Gesù nasce povero, non per complimento, ma per insegnare ai poveri come debbano amare la loro povertà e ai ricchi, come debbano impiegare le loro dovizie. Ah, fratelli, la nudità, lo squallore, la miseria che circonda la grotta di Gesù Bambino, ci tuona all'orecchio quel "guai" terribile, che lo stesso Redentore disse a coloro che vogliono mettere la loro consolazione nelle cose di quaggiù. E ci dice che dobbiamo sforzarci di distaccarci dal mondo, se vogliamo essere veramente seguaci di Gesù e che in noi sia avverata la sua parola: Beati i poveri di spirito, perché di loro è il regno dei cieli. Gran lezione di povertà ci dà questo Dio fatto uomo” … “Finalmente, Gesù Cristo nascendo si è fatto modello di santità per insegnare a noi la pratica delle virtù tanto necessarie per la nostra salvezza. E qui mi si presentano continui argomenti per discorrervi di ciò che ci insegna da quella stalla, lasciate che compendi tutto nella base, nel fondamento di tutte le virtù, voglio dire: la santa Umiltà. Studiamola questa virtù portata dal cielo in terra dal nostro divin Redentore, perché senza questa virtù, tutte le altre virtù sono illusione e ipocrisia ...” (Discorso del Santo Natale).
Carissimi Fratelli e Sorelle, basterebbe solo rimanere in silenzio e contemplare il presepio in questi giorni, e dal presepio cercare di capire il senso della nostra vita, della nostra povertà, delle nostre relazioni e della nostra vita cristiana. Solo la fede ci aiuta ad arrivare a comprendere e approfondire il vero senso della nascita di Gesù e del suo spogliamento per condurci alla pienezza della nostra vita.
Che la celebrazione del Santo Natale sia per tutti noi una chiamata a metterci davanti al mistero di Dio fatto uomo per la nostra salvezza cercando di essere fedeli a questo invito e vivendo ogni giorno l’anelito alla santità.
Buono e Santo Natale! Dio vi benedica tutti, sono i miei sinceri auguri dal profondo del mio cuore con tanto affetto.
P. Miguel Tofful